VIAREGGIO. Il presidente dell’associazione stampa italiana scrive al sindaco di Viareggio, Leonardo Betti, per chiedergli il rispetto delle regole in merito ai casi sollevati da Alessandro Santini sullo staff dell’ufficio comunicazione.

“Non è la prima volta – scrive Paolo Ciampi, Presidente dell’Associazione Stampa Toscana – che, in questi anni, come presidente dell’Associazione Stampa Toscana, ovvero del sindacato unitario dei giornalisti toscani, sono dovuto intervenire sulle scelte del Comune di Viareggio in relazione al diritto-dovere di informare. L’ultima volta, con la precedente amministrazione, per contrastare la volontà di appaltare l’ufficio stampa istituzionale a un web-tv, per di più tramite una gara sorprendentemente definita “informale”. Se mi rivolgo a lei è perché auspico che la sua amministrazione, insediatasi relativamente da poco tempo, possa finalmente fare la scelta giusta, rispettando gli interessi dell’ente locale, ma anche gli interessi dei cittadini a essere  correttamente informati, nonché i diritti dei lavoratori interessati: perché tali sono i giornalisti”.

“A questo proposito molte sarebbero le cose da dire, alla luce della legge 150 – che distingue nettamente le attività del portavoce dalle attività di un ufficio stampa a cui solo spetta la produzione  e la distribuzione dei prodotti giornalistici – così come sugli inquadramenti contrattuali e previdenziali. Ma è altra la questione che sollevo qui, pubblicamente, perché ritengo di interesse della comunità da lei amministrata.

“Fermo restando che anche un incarico di collaborazione professionale affidato da una pubblica amministrazione non possa sottrarsi alle regole di trasparenza e di imparzialità – e prevedere  dunque un avviso pubblico, una selezione sulla base dei curricula ed eventuali colloqui e prove – da sempre proponiamo la strada del concorso pubblico per i giornalisti della pubblica amministrazione. Lo sosteniamo in tempi in cui, mentre l’Ue punta il dito sul precariato nella pubblica amministrazione italiana, sembra che l’unica categoria che non abbia diritto a un posto più sicuro e a un contratto più degno sia quella dei giornalisti, come se anche loro non avessero mutui e figli.

“C’è chi sostiene che questo rappresenti un costo ed è la scoperta dell’acqua calda. Anche le elezioni sono un costo, vogliamo abolirle? Oltre che un costo è un buon investimento, che permette ai cittadini di orientarsi meglio tra i servizi, di giudicare la qualità dei loro amministratori, di risparmiare tempi e code. Il fatto è che tutto questo presuppone professionisti che, pur dipendenti della pubblica amministrazione, siano davvero al servizio del cittadino. Quindi sottratti al gioco delle nomine, scelti sulla base del merito, con criteri trasparenti, meno esposti al rischio di sostituzione alla scadenza di contratto, magari solo perché, a prescindere da quanto hanno saputo fare, ci sono equilibri politici da rispettare, favori da restituire, persone da sistemare”.

“Per molta parte della politica toscana il problema in effetti non è il costo – tanto magari si inisce per pagare la stessa cifra con incarichi ad personam – ma l’idea stessa di un concorso e dell’opportunità che esso schiude: di avere buona informazione a vantaggio di tutti noi. Per questo le chiedo, a nome dei giornalisti toscani, di segnare davvero una svolta a Viareggio, che possa essere di esempio e riferimento anche per altre amministrazioni”.

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ultimo aggiornamento: 22-01-2014


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